Pay Per Shopping: la community della spesa



Avere un personal shopper? Non è più un lusso riservato alle sole star. Grazie alla nuova piattaforma PayPerShopping, online da aprile, potrà infatti costare anche solo 3 euro e 50 centesimi. Il sito, nato sul modello di alcune piattaforme americane, si propone di fornire un servizio a chi non ha la possibilità di recarsi da solo a fare i propri acquisti.

PayPerShopping.com si basa su un progetto di Francesco Palombino, matematico ed esperto di e-commerce che ha ideato il sistema, raccogliendo già migliaia di adesioni da parte di utenti e punti vendita. Il meccanismo è molto semplice, ma efficace: il cliente può selezionare l’esercizio commerciale tra quelli convenzionati, scegliere i prodotti e commissionare la spesa a uno dei personal shopper a disposizione sul sito, che si recherà fisicamente in negozio per effettuare gli acquisti al suo posto. La commissione? Non può essere inferiore ai tre euro ed è commisurata al valore della spesa stessa, con in un più una piccola remunerazione di 50 centesimi a favore del sito. Semplice e intuitiva, la piattaforma si propone di apportare grandi benefici a tutti, tanto che conta già più di 1600 personal shopper in attesa di incarico e quasi 4000 punti vendita convenzionati.

La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla campagna di raccolta fondi iniziata su Eppela. Ogni iscritto può creare un profilo da cliente o da shopper, in quest’ultimo caso indicando la zona in cui è disponibile a prestare il suo servizio. Al cliente è garantita la possibilità di scegliere il punto vendita e di attribuire l’incarico direttamente al personal shopper selezionato, che dovrà confermare la sua disponibilità e portare a termine l’acquisto entro il giorno stesso. Può essere aggiunto l’incarico di consegna a domicilio, con ulteriore comodità del cliente. PayPerShopper assicura l’incontro tra clienti e shopper dietro una piccola commissione di 50 centesimi a incarico, assicurando agli shopper un rimborso di massimo 100 euro nel caso di clienti non paganti.

Dal punto di vista contrattuale, il personal shopper lavora alle dirette dipendenze del cliente mentre non ha alcun rapporto lavorativo con la piattaforma. Questo particolare, comune anche ai siti americani dedicati allo stesso servizio, ha sollevato polemiche e – negli Usa – una azione legale collettiva in protezione dei lavoratori, considerati poco tutelati dal punto di vista fiscale e assicurativo in quanto non dipendenti dell’azienda.









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